Visita al Museo di Gesso: i tesori della cultura musicale popolare nel territorio agropastorale | 1A per Fatti e Misfatti


Lo scorso 12 aprile, alcune classi dell’Istituto Comprensivo Gravitelli, la 5A e la 5B della scuola primaria e la 1A della scuola secondaria di primo grado, hanno visitato il Museo della Cultura e della Musica Popolare dei Peloritani di Gesso. Partiti da scuola alle ore 8:30, l’autobus è arrivato a destinazione alle 9:15: le classi sono state accolte dal dott. Mario Sarica, giornalista, curatore e direttore del museo etnoantropologico di Gesso, accompagnato dal musicista Salvatore Vinci, diventato molto bravo a suonare la zampogna, ascoltando e osservando il padre, senza utilizzare alcuno spartito.


La zampogna o ciaramella è uno strumento musicale arcaico a fiato, molto usato in Sicilia e fa parte della famiglia degli Oboi (oboe pastorale). Il museo offre una grande raccolta di oggetti antichi, una raccolta di Pupi siciliani e tanti strumenti musicali; il dott. Sarica ha fatto un elenco degli strumenti a fiato, tra cui: il flauto dolce, il flauto traverso, l’oboe, il clarinetto e ha spiegato che, sin dall’antichità, l’uomo ha sentito il bisogno della musica, perciò ha creato il primo strumento con delle canne di bambù: si racconta che Fauno, Dio della campagna e dei pascoli, si innamorò di una ninfa, che non ricambiava questo grande amore e, quando la vedeva, la inseguiva; un giorno, la ninfa, stanca di allontanarsi da lui, lo condusse presso le rive di un fiume, in un campo di bambù e, qui, fu trasformata in una canna palustre, che al soffio del vento emetteva un suono delicato. Fauno, rattristato, udendo quel suono, decise di costruire uno strumento musicale.


Le classi, divise in due gruppi, sono state guidate dal dott. Sarica alla visita del museo: hanno potuto così vedere tutti gli strumenti musicali presenti e la loro evoluzione: chitarre, violini, clarinetti, flauti di legno e doppi, mandolini, marranzani, tamburelli, fisarmoniche, con tastiere e senza. Hanno visto anche alcuni strumenti di cui non conoscevano l’esistenza, perché si possono usare solo se hanno dell’acqua al loro interno e i suoni emessi sembrano cinguettii di uccellini.
Gli studenti hanno assistito inoltre ad una breve scena della Vara, dedicata al Santo protettore di Gesso, cioè Sant’Antonio Abate. Alla fine della visita guidata, tutte le classi hanno ascoltato il suono della zampogna, a ciaramedda, così detta in dialetto siciliano.


Maria Pia Vita – Classe 1A – Plesso Passamonte – XI Comprensivo Gravitelli